Per definizione, il termine ingegneria è definito come:
"Insieme di studi e tecniche che utilizzano le conoscenze delle varie branche delle scienze (fisica, chimica ecc.), unite a quelle tecnologiche (per es. materiali), per risolvere problemi applicativi e per progettare e realizzare opere di diversa natura (edili, meccaniche ecc.)".
Appare quindi lampante come ingegneria e scienza siano strettamente correlate.
Avendo come esempio il percorso di studi che sto affrontando, il corso di Ingegneria Biomedica, possiamo facilmente trovare applicazioni ingegneristiche alla scienza, in particolare alla biomedica. Nel corso del triennio abbiamo affrontato numerosi casi ed esempi in cui la scienza nei suoi aspetti come fisica, matematica, fisiologia ed anatomia, sia stata la base di innovazioni e dispositivi tecnologici in ambito biomedico: ne sono un esempio i macchinari per radioterapia, che utilizzano radiazioni ionizzanti a scopo terapeutico, dispositivi per la risonanza magnetica che utilizzano principi fisici (campi magnetici), oppure dispositivi che permettono di alleviare un handicap di qualsiasi tipo, da cerotti e occhiali da vista a elettrobisturi e defibrillatori, protesi per gli arti e articolazioni, fino ad arrivare a dispositivi impiantabili con funzioni vitali, pacemaker e cardioversori impiantabili. Sono esempi di dispositivi utilizzabili direttamente sull'uomo, però la scienza è usata dall'ingegneria anche per costruire macchinari per la ricerca in ambito medico, ad esempio le centrifughe ad alta velocità per separare amminoacidi oppure modelli matematici e fisici per lo studio della genetica.
E' stato riportato come esempio di disciplina dell'ingegneria il percorso della biomedica, ma la scienza, come riportato nella definizione nel primo post, è la base dell'ingegneria in qualsiasi suo campo e percorso.
Le dimensioni di un attuale pacemaker, che permette ad alcuni pazienti di continuare a vivere stimolando le camere cardiache
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