giovedì 28 maggio 2020

La scienza e i limiti dello sviluppo STEP #15

Nel 1968 nacque nella capitale italiana un associazione non governativa, il Club di Roma, in cui si riuniscono tutt'ora intellettuali, scienziati e politici. Su commissione del Club venne redatto il "Rapporto sui limiti dello sviluppo" al MIT di Boston, in cui tramite simulazioni computerizzate vennero previste le conseguenze della continua crescita della popolazione sull'ecosistema terrestre e sulla stessa sopravvivenza della specie umana. 
Sono stati previsti un certo numero di scenari, differenziati in crisi economiche, alimentari, biologiche, energetiche e sociali. 
In questi scenari, la scienza e lo sviluppo tecnologico tendono a ritardare le crisi, portando però ad altre problematiche: un esempio è lo scenario di tipo 3, legato alla crisi alimentare, in cui lo sviluppo tecnologico riduce sì la crisi dovuta all'inquinamento, d'altro canto però è troppo lento per evitare quella alimentare.
Si potrebbe pensare che la scienza possa aiutare molto per ridurre e ritardare le crisi, ma i redattori di questo rapporto rifiutano questa idea: la scienza e la tecnologia spingeranno sempre più in là i limiti, ma il collasso del Mondo è considerato comunque inevitabile, in maniera però dilazionata. In alcuni casi anzi è lo sviluppo stesso ad accelerare la crescita.
Gli autori concludono dicendo che un crescita continua di popolazione, di uso incontrollato di inquinamento e risorse porterà al declino del Mondo, indicando come unico modo di evitare il collasso il controllo della crescita, sia essa demografica, industriale o tecnologica, ed è indicato come stato di equilibrio, in cui le variabili da non modificare dovrebbero essere popolazione e capitale, ponderando le altre.

Il rapporto The Limits to Growth del MIT è il libro sulla crescita economica ed ecologia più venduto di sempre


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