giovedì 4 giugno 2020

La scienza nello Zibaldone STEP #20

Spesso ci si dimentica o si ignora il fatto che Giacomo Leopardi oltre ad essere il poeta che conosciamo, fosse anche un curioso dal punto di vista scientifico: per alcuni letterati e studiosi trascurare la componente scientifica negli scritti di Leopardi significa non dare la giusta profondità alle sue opere.
Il docente e filosofo Gaspare Polizzi ha illustrato ne Io sono quella che tu fuggi. Leopardi e la Natura come siano ricorrenti le riflessioni e i pensieri di Leopardi riguardo alla natura:

"..la ricchezza della concezione leopardiana della natura e la presenza in essa di una trama di conoscenze scientifiche, significativa rispetto al sapere del tempo e talmente efficace da indirizzare non solo tante riflessioni sulla natura disseminate nello Zibaldone.."

Nello Zibaldone, l'autore raccoglie in un diario pensieri, aforismi e appunti.
Molto affascinato anche da astronomia, idrostatica e idrodinamica, Leopardi vedeva nel sistema Newtoniano "l'espressione migliore dell' interpretazione fisica della natura",  proseguendo però dicendo come questo fatto avesse anche un risvolto negativo, per cui gli scienziati dopo Newton non avevano più a migliorare la concezione della fisica. Sempre nello Zibaldone, il poeta scrive:

".. i fisici moderni si sono contentati e contentansi di questo sistema, servendosene in quanto ipotesi opportuna e comoda nelle parti e occasioni de' loro studi che hanno bisogno, o alle quali è utile una ipotesi."

In questa opera risalta il pessimismo dell'autore, che vede la natura maligna e inesorabile, governata da leggi meccaniche, fisiche e biologiche, la definisce in modo sprezzante come matrigna, sviluppando una visione meccanicistica e materialistica del mondo naturale.



la prima edizione dello Zibaldone nel 1900, volume VI

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